
Vivo in questo posto da quando sono nata anche se, per motivi lavorativi, ho trascorso più di un ventennio altrove, ma le mie radici sono radicate in maniera profonda qui.
Secondo gli studi sulle tendenze socioculturali e di mercato, il concetto di generazioni aiuta a leggere i comportamenti e le attitudini delle persone e identifica il gruppo di individui che, vissuti nello stesso periodo e segnati dagli stessi eventi, condividono l’esperienza del presente e la prospettiva sul futuro.
La mia è quella dei baby boomers, la generazione dell’esplosione demografica e siamo identificati come ottimisti, individualisti e consumisti con un buon livello di fiducia nella prosperità economica.
Mi ci ritrovo abbastanza, e la fiducia, ahimé ora persa, nella prosperità economica, ci è stata data dall’aver vissuto gli anni del boom, in cui possedere il televisore o l’elettrodomestico di nuova generazione era un lusso di appannaggio di una buona parte della società, la gente cominciava a viaggiare e ad avere la curiosità di vedere oltre i propri confini, c’era l’eccitazione di ciò che sarebbe dovuto ancora accadere ed aveva sapore di “buono”.
Anche nel nostro paese si respirava quest’aria, soprattutto quando c’è stato l’avvento dell’ILVA che faceva ben sperare le famiglie in un futuro roseo, inconsapevoli del disastro che in qualche decennio avrebbe provocato.
La classe dirigente in quegli anni era rappresentata da persone con cultura, i cosiddetti “notabili” del posto, che forse non avevano frequentato nessuna scuola di politica, ma probabilmente anche grazie al momento storico, hanno portato grandi risultati e, Manduria più di tanti altri paesi limitrofi, era un fiore all’occhiello della provincia con un fervore sociale di alto livello.
Abbiamo avuto fino a 20 anni fa 3 cinema e teatri, vari Circoli culturali e associativi che fungevano da centri di aggregazione della comunità manduriana e che muovevano gente da tutto il circondario che ben volentieri partecipava alle molteplici manifestazioni ed eventi che venivano organizzati.
Cosa è accaduto dopo? Classe dirigente politica mediocre per arrivare sino agli episodi più recenti dell’onta mafiosa sull’Amministrazione, abusi edilizi che hanno deturpato paesaggi per chilometri infiniti, cinema e teatri chiusi, problemi ambientali enormi anche con conseguenze serissime sulla salute dei cittadini, vita culturale azzerata, degrado e incuria, mancanza di rispetto dei luoghi, senso di comunità e appartenenza completamente latitante.
Lavoro in Masseria Cuturi da più di tre anni, e ciò che mi ha conquistata è la filosofia orientata a tutta una serie di principi che mi risuonano parecchio:
Semplicità che riesce a farti percepire l’anima del posto: ogni angolo della Masseria è stato preservato da “orrori” architettonici che purtroppo spesso si vedono in alcuni luoghi, non ci sono orpelli fatui che in teoria, dovrebbero abbellire. Mentre ti guardi intorno percepisci esattamente la storia che c’è stata nel corso dei secoli, respiri la stessa aria dei personaggi che hanno fatto questo posto con il loro lavoro. Ogni cosa è rimasta dov’era perché quello era e sempre sarà il posto giusto. Sentirsi a proprio agio, ecco questo è!
Rispetto: il territorio in cui si trova la Masseria è, giustamente, soggetto ad una serie di vincoli di vario genere, non fosse altro per il fatto che è stato un insediamento messapico importante. E questo ha ovviamente rallentato di molto i vari lavori, e si può ben immaginare quanto possa essere deleterio per un imprenditore che ha bisogno di capitalizzare il suo investimento in tempi non biblici! Si è però preferito guardare al “Kairos” (il momento opportuno), piuttosto che al “Kronos” (tempo in senso stretto), pur di non fare nulla che non potesse esser fatto.
Condivisione: Cuturi è, e lo sarà sempre più, un luogo in cui chiunque può portare la propria idea (ovviamente in linea con la mission aziendale), e ci sarà sempre qualcuno che avrà voglia di ascoltarti, e sottolineo ascoltarti che è ben altro dal “sentire” che presuppone anche una possibile assenza di coinvolgimento. Le migliori idee di questi anni sono nate proprio così.
Tutto questo a me fa ben sperare in un effetto a cascata su tutto il territorio e, essendo da sempre convinta che il bello genera bello, mi aspetto che da qui a breve ognuno faccia propri questi concetti e contribuisca con convinzione alla resurrezione ambientale, sociale e culturale di Manduria.
Maria Pasanisi – Hospitality Manager CUTURI